IL VENTO DELL'EST
Nuove forme di dispotismo minacciano la sopravvivenza delle fragili democrazie liberali. Un’ideologia autocratica, nazionalista e illiberale, ormai diffusa in tutto l’Oriente, trova entusiastici proseliti anche nell’Occidente di Donald Trump e nell’Europa dei baldanzosi movimenti sovranisti. Il «Modello Pechino» - un ibrido che unisce statalismo socialista e globalizzazione - gode oggi di una popolarità che va ben oltre le vaste aree della Cina e del Sud Est Asiatico. Il «sogno cinese» di Xi Jinping è molto più che una formula economica di successo: è, in prospettiva, un’alternativa ideologica alla supremazia perduta dell’America e dell’Occidente. Esso si irradia fino ai confini orientali del Vecchio Continente, in un vastissimo territorio che comprende la Russia, le ex Repubbliche sovietiche e la Turchia, fino ai paesi dell’Europa centro- orientale, come Ungheria e Polonia. Il nuovo «vento dell’Est», soffia oggi impetuoso sull’Europa e salda i regimi dispotici orientali con le «democrazie illiberali» del Gruppo di Visegrad e con la cultura autoritaria dei movimenti populisti che stanno cambiando il panorama politico della Ue e dell’Occidente. Per le democrazie liberali è una sfida decisiva ma non del tutto nuova: è l’estrema conseguenza della grande scissione, che ebbe origine nella Francia del XVIII secolo, fra la democrazia rappresentativa nata in Inghilterra e la rousseauiana «democrazia totalitaria», adottata dai Giacobini e oggi tornata prepotentemente di moda.