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I CONQUISTATORI

Autore: Francesco Perri
ISBN
978-88-7221-585-2
Anno di pubblicazione
2012
Pagine
340
Dimensioni
15X21
Stampa
bianco e nero
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Prezzo di vendita15,00 €
Descrizione

Allievo di Luigi Einaudi a Torino, volontario nella Grande Guerra, repubblicano e democratico intransigente, nel 1920 Francesco Perri dirigeva l'Ufficio postale di Mortara, osservatorio privilegiato dal quale fu spettatore oculare delle sciagurate intemperanze del proletariato e della rapida conquista, sanguinosa e brutale, che in quella regione attuò il fascismo. "Disgustato per quel che avevo visto e atterrito per quel che vedevo prepararsi per il nostro paese, mi venne l'idea dirappresentare in un romanzo, con la maggiore serenità possibile, la storia del biennio 21-22 osservata in una zona agraria". Il racconto fu pubblicato a puntate nell'estate del 1924 sulla Voce Repubblicana, mentre il paese era sconvolto dalle tumultuose vicende legate al rapimento e all'uccisione di Giacomo Matteotti. I suoi infuocati articoli contro il regime, apparsi sulla Voce Repubblicana fin dal 1921, l'opuscolo di denuncia del 1922 Il Fascismo, lo avevano esposto alle minacce fasciste e costretto a ricorrere allo pseudonimo di Paolo Albatrelli. Sotto tali mentite spoglie il romanzo venne pubblicato in volume nel 1925, riscontrando subito un grande successo di pubblico, che ben presto allarmò le autorità politiche, che costrinsero i librai a ritirare il libro dalle vetrine. Le copie invendute furono bruciate in piazza a Roma. Ma perché questo "libro di battaglia" fu oggetto di tanto accanimento? Certamente per il tema trattato, che ha il sapore di un'odierna fiction, ma che si basava su fatti e personaggi reali: Ranopoli era facilmente identificabile con Mortara, in provincia di Pavia, Siro e Guido Gorio, protagonisti del romanzo, ricalcavano le opere e i giorni di Pietro e Cesare Forni. Il primo, campione di quell'imprenditoria agraria emergente che, nelle campagne irrigue della Lomellina, si fece motore della conquista fascista del potere, il secondo, il figlio, indiscusso leader del fascismo pavese delle origini. Ma fu l'efficacia dell'analisi psicologica e l'acutezza dell'interpretazione storica, che resero il romanzo un documento-denuncia della crisi spirituale del primo dopoguerra in Italia. Perri racconta con lucidità e sguardo critico, passione e dolore, ma senza mai cedere a tesi di parte. Ed è questo che rende il romanzo, dall'andamento quasi cinematografico, che procede per immagini, ancora attualissimo e appassionante.

Rilegatura
brossura