SANTA MARIA DELLA RUPE
Chi non ha un luogo dell'anima? Spesso per chi parte è quello in cui è nato, in cui ha trascorso l'infanzia, l'adolescenza. Forse per tutti è soltanto l'infanzia, l'adolescenza. Un luogo intorno a cui si costruiscono muri di difesa per mantenerne intatto il mito, l'alone leggendario.
Eppure è da questi luoghi non più concreti, che comprendono anche balenii di volti ed echi di voci, che si attingono spesso le forze. Essi sono una riserva di sentimento, un carburante emotivo, una fonte di ispirazione.
Tony vagheggia la sua tera e in virtù di quell'evocazione essa prende forma e si racconta. Così la rupe dà asilo agli animi, i profluvi inebrianti alimentano un amore impossibile, il mare abbacinante è una pozione magica versata in cuori adolescenti.
Abbracciate da quella del cavaliere francese, vite si dipanano a formare un arazzo, uscendo a sprazzi dalla foschia del tempo che tutto ineluttabilmente trasforma, ma che ha sempre in serbo una sorprendente ragione di speranza.